Fratelli di Soledad
I Fratelli di Soledad sono una band ska-reggae nata nel 1990 e facente parte della scena torinese insieme a Persiana Jones e Africa Unite. Il primo loro disco che ho avuto modo di ascoltare è stato “Balli e Pistole” del 1996, acquistato in cassetta dopo aver letto una recensione molto positiva su Rumore.
Parto proprio da questo disco, che ai tempi non mi aveva convinto molto, diciamo che ascoltavo roba più pesante e non l’ho capito subito. Ascoltato poco, ma riassaporato con piacere qualche anno dopo quando compresi che si trattava di un lavoro eccellente.
E’ forse il loro disco più diverso, dopo anni di ska puro con qualche incursione nel reggae, raggamuffin e punk, si arriva ad un combat rock con chitarre anche pulite e arrangiamenti elaborati. In tempi recenti ho riscoperto invece i vecchi dischi, tra i quali “Gridalo forte” oltre a “Barzellette e massacri”.
Cosa si può dire dei Fratelli? Che sono un gruppo formato da talenti cristallini, a partire dalla voce calda e sincera di Roberto “Bobo” Boggio, passando per Giorgio “Zorro” Silvestri (chitarra, anche nei “Bluebeaters”) e Gianluca Vacha (tastiere) senza dimenticare tutti gli altri al basso e fiati.
Le loro canzoni parlano di cose vere, reali e se sei ben predisposto, con le loro melodie (spesso in minore) ti toccano proprio dentro. Sono un gruppo vero che se ne è sempre fottuto di classifiche, successo o vendite, un tesoro underground custodito da ormai più di 30 anni.
Discografia
Barzellette e Massacri 1992
Il primo disco pubblicato è “Barzellette e Massacri” del 1992, ancora un po’ acerbo rispetto ai successori ma già denso di belle canzoni come “Fratelli di Soledad”, “La sigaretta”, “Quello che vuoi”.
Gridalo Forte 1994
Barzellette fa da precursore a quello che secondo me è il loro disco migliore, ovvero “Gridalo Forte” del 1994, tanto ska di ottima fattura (dal pezzo omonimo, a “Valencia” a “Su la testa” per arrivare all’inno “Io non ballo (sono un duro)”.
Un disco che non ha nulla da invidiare ai primi due dei Casino Royale (per me termine di paragone per lo ska in Italia) con la differenza del cantato in italiano invece che l’inglese. Se volete scoprire i Fratelli, partite da qui.
Salviamo il salvabile 1994
Un disco di cover italiane con un piglio molto “funky” e battagliero. Tra gli artisti omaggiati, gli Area, De André, Fossati, Gianna Nannini, Finardi, Rino Gaetano e altri. Il carattere e lo stile dei Fratelli esce molto bene, soprattutto nei pezzi reggae, come “E la luna bussò” con ospite la stessa Loredana Berté. Stranissimo l’ultimo pezzo “I fratelli nella Jungla” con con un beat appunto “Jungle”, è l’unico originale di questo disco.
Balli e Pistole 1996
Il disco che più li avvicina ai loro eroi “The Clash”, con una registrazione eccellente, il più “rock” del lotto. Si parte forte con “Sulla strada”, molto orecchiabile, seguita dallo ska “La brava gente” e “Giostra” (siamo nel territorio musicale dei Mano Negra, e dici poco).
Si spinge poi sul funky con “Pedroska” per arrivare all’allegria di “(Questa notte) niente note”. Tra gli altri pezzi spiccano “Fuoco e ritmo”, tema ricorrente in tutto l’album in almeno altri due pezzi, “Ridi pagliaccio” e la ballata “Un uomo solo al comando” che mi ricorda un po’ i Litfiba di “Spirito”.
Mai dire mai 2005
Come recita il titolo, questo album arriva ben 9 anni dopo il precedente, ma i Fratelli non perdono un grammo del loro stile e bravura. Tra i miei pezzi preferiti “Taca borgnu”, “Mai dire mai”, “Nuvole di rabbia”, la strumentale “Dubbi e guai” e “Solo una notte”.
Fratelli senza paura e Salviamo il salvabile II
Non ho ancora ascoltato gli ultimi due album della formazione, datati 2010 e 2014, vedrò di provvedere.
Passo e chiudo, lunga vita ai Fratelli!
Ciao a tutti sono Marcello e sono musica-dipendente. La musica mi ha dato tanto, quindi adesso è ora di rendergliene merito e giustizia attraverso questo blog.