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Ciao a tutti sono Marcello e sono musica-dipendente. Questo significa che non posso restare un giorno senza spararmi 5-6 ore di ascolti. Mentre lavoro, mentre leggo riviste, mentre viaggio, c’è sempre qualche disco che mi accompagna.

Forse gli unici momenti in cui non seguo questa “routine” è durante le vacanze, e infatti dopo un paio di giorni sento un estremo bisogno di ficcarmi gli auricolari nelle orecchie e far partire qualche mp3.

L’archivio

Sentirete parlare spesso di mp3 in questo blog, perché essendo un music-boomer e passando decine di ore al computer, è quello il formato che mi è più comodo. Stiamo parlando di un archivio di oltre 400 gigabyte, equivalenti a circa 6.200 album e 80.000 canzoni dei generi “alternativi” più disparati.

Un archivio costantemente ampliato dalle continue ricerche che faccio sulla musica del passato (grazie all’acquisto di riviste musicali d’epoca, ma questo è un altro discorso di cui parleremo in altra sede) e sui nuovi dischi usciti negli ultimi anni.

Proviamo a pensare a quanto tempo ci vorrebbe per ascoltarli tutti. Ipotizziamo 40 minuti ad album di media, si parla di 248.000 minuti, ovvero 4.133 ore, ovvero 172 giorni di ascolto continuo 24 ore su 24. In alternativa, 12 ore di ascolto per circa un anno.

Pensare a questa cosa mi fa un po’ sclerare e spesso vengo sopraffatto da una proposta troppo ampia e il terrore di non sapere cosa ascoltare. Troppa offerta genera difficoltà di scelta, per chi lavora nel web marketing è un concetto sodato, e lo posso confermare in prima persona.

Conscio dell’impossibilità di poter ascoltare tutto, lavoro costantemente di “cesello” chiedendomi: “Ma mi verrà voglia di ascoltare questo album altre 2, 3, 4 volte?” Se la risposta è no, cancello. Tengo solo lavori a cui sono particolarmente legato e che significano qualcosa per me. Il problema è che sono comunque tantissimi.

L’ascolto

Per quanto mi riguarda ci sono due tipi di ascolto. Il primo è quando metti un disco che conosci, in una situazione dove non stai pensando a niente di particolare e ti viene naturale metterti a cantare. Un esempio? Gli AC/DC in macchina al massimo volume.

Il secondo è quando sei più concentrato nella cosa che stai facendo (ad esempio, nel mio caso, il lavoro) e quindi metto dischi che conosco poco in sottofondo, anche per valutare se vale la pena tenerli o cancellarli.

Voglio anche fare un appunto sull’ascolto superficiale e sullo skip facile che si fa oggi della musica, grazie a piattaforme come Spotify e Amazon Music. Questo tipo di cosa non mi interessa, non ho account in nessuno dei due siti, ma è chiaro che è il tipo di ascolto che va per la maggiore.

Avendo a disposizione una quantità infinita di canzoni ed artisti credo che ci si rapporti alla musica in modo più superficiale. Ma so per esperienza che ci sono album, magari “difficili” che necessitano di diversi e attenti ascolti prima di poter venire apprezzati veramente. Ed è in quel momento poi, che ti entrano dentro.

L’ampia offerta di oggi è l’esatto opposto della scarsità che mi circondava quando ero ragazzo ed avevo fame di informazioni. Innanzitutto non c’era internet e quindi le uniche news sui dischi in uscita o le recensioni dovevi leggerle su riviste musicali. Ma siccome a Calvatone, dove abitavo in provincia di Cremona, c’era solo “Tutto musica e spettacolo” capite che il discorso era piuttosto limitato (leggete la cronistoria completa dei supporti musicali che ho utilizzato fin dalla tenera età).

E’ comunque li che ho letto le prime recensioni che mi hanno convinto a spendere la mancia per comprarmi le prime musicassette (costo all’epoca tra le 10.000 e le 13.000 lire. Si: sono vecchio). Quali erano? Eravamo nel 1990/91, avevo 13 anni, ma lo ricordo come fosse oggi:

  • REM – Out of time
  • 883 – Hanno ucciso l’uomo ragno
  • Vasco Rossi – Fronte del palco Live
  • Litfiba – El Diablo
  • Iron Maiden – Seventh son of a Seventh son
  • Megadeth – Countdown to extinction
  • Guns’n’Roses – Use your illusion II

Ma torniamo all’ascolto. Probabilmente, se avete più o meno la mia età, sapete cosa vuol dire ascoltare una cassetta decine e decine di volte, proprio perché non ne hai altre a disposizione. Questi dischi poi, volente o nolente entrano a far parte del tuo DNA musicale.

Vogliamo paragonare questi ascolti reiterati ai 10 secondi + skip di oggi? Non ce n’è bisogno, avete capito il senso.

Il senso di questo blog

La musica mi ha sempre dato tanto, fin da quando ero piccolo. E’ tempo di renderle merito e giustizia condividendo gusti, pareri e facendo conoscere lavori dimenticati, sottovalutati o sconosciuti ai più. Sottolineo ancora una volta, che si tratta di mio gusto personale, che può ovviamente differire dai vostri, d’altronde non sono qui ad insegnare niente a nessuno.

In linea di massima, con DiscoDive vorrei perseguire questi obiettivi:

  1. Raccontare storie personali e aneddoti legati a singole canzoni o dischi.
  2. Dare visibilità a dischi o band poco conosciuti, ma secondo me meritevoli.
  3. Stilare classifiche dei migliori lavori delle band storiche o comunque molto prolifiche (non posso farne a meno!).
  4. Parlare degli album che in qualche modo hanno cambiato la mia vita (e magari anche la vostra?).

In ogni caso, buona lettura.

Marcello Monicelli

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Ciao a tutti sono Marcello e sono musica-dipendente. La musica mi ha dato tanto, quindi adesso è ora di rendergliene merito e giustizia attraverso questo blog.